Martedì 28 marzo sulla terrazza del Pincio, a Roma, si sono visti tanti nasi all’insù, tra cui, oltre a quelli delle più alte cariche dello stato, dei comandi militari e degli aviatori dell’altro ieri e di oggi, quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, figura istituzionale oramai imprescindibile nelle occasioni come questa, volte a suggellare e a compattare l’amor patrio della nazione. Le centinaia di cittadini, fieri di essere italiani, presenti oltre alle istituzioni, hanno rivolto la loro posticcia curiosità al cielo per il rituale e roboante passaggio delle F(r)ecce tricolori; dei caccia dal doppio inquinamento atmosferico e acustico, con la peculiarità di colorare l’azzurro dell’etra con la loro scia dalle tinte patriote.
Appena sotto, in Piazza del Popolo, era stata allestita l’esposizione “Air Force Experience”, con qualche esemplare di Top Gun nostrano in posa museale sul selciato.
È la ricorrenza del centenario dell’Aeronautica militare, scaturita, il 18 giugno del 1946 con la la proclamazione della Repubblica, dalla Regia “fascistissima” aeronautica nata il 28 marzo 1923…La mostra di aeromobili dell’Aeronautica militare, non più fascistissima a partire dall’americanissimo nome dato all’esposizione -i fascisti di oggi combattono il Parmesan del Wisconsin, ma sono filoatlantici e scimmiottano i Marines- ha visto, ad un certo punto, la premier Giorgia Meloni visitare i vari stand per poi mettersi ai comandi di un caccia F35, scortata da un gongolante ministro della Difesa, Guido Crosetto, l’ex (?) lobbista di Leonardo e altre aziende che hanno rapporti stretti con il dicastero. Il bagno di folla, orchestrato ad arte, ha visto seguire lo sventolio di bandierine tricolori e il coretto cadenzato degli alunni di una scuola elementare di Roma: Giorgia Meloni! Giorgia Meloni! La responsabile di plesso dell’istituto “Fratelli Cervi” della capitale, Emanuela Piellucci, si affretterà a precisare come l’incitamento non fosse partito dalle maestre, indicandone pure l’orientamento politico, a quanto dice, non di destra, ma confessando poi che le bandierine fossero state distribuite ai bambini all’inizio della cerimonia, dagli organizzatori…
Ad ogni modo, la sorella d’Italia a capo di un partito che contempla solo la fratellanza nel nome, ha corrisposto con ampi gesti, compiaciuta e tronfia, l’entusiasmo dei bambini, inforcando gli occhiali da sole e mimando di manovrare la cloche del velivolo militare, chiosando poi, sulle ali dell’entusiasmo (è proprio il caso di dirlo), ai cronisti che “l’Aeronautica è uno dei grandi fiori all’occhiello di questa nazione, una grande ambasciatrice della nostra credibilità, del nostro coraggio, della nostra serietà e (perfino…ndr) della nostra umanità. Vedere tutti questi bambini è fantastico. Vivaddio che riusciamo ancora a trasferire il senso della patria”. Vomitevole, non c’è che dire. Il prologo dei festeggiamenti (che andranno avanti tutto l’anno) per il centenario di questi velivoli bellici e bellicosi e di cui ignoravamo veicolassero pure la nostra umanità -i fascisti sono diventati buoni, almeno nel linguaggio, mentre prima, nel ventennio, si andava più per le spicce e la parola d’ordine era una sola e categorica: “Vincere! In cielo, in terra e in mare”- si era avuto a Sanremo con l’esibizione della banda dell’Aeronautica militare, certamente più innocua di quella “di semi pensionati” altoatesini evocata dal presidente del Senato La Russa e che sarebbe stata colpita indegnamente dalla Resistenza partigiana nell’attentato di via Rasella, scatenando la rappresaglia nazista con l’eccidio di 335 civili alle Fosse Ardeatine…
A tal proposito, pochi giorni prima, il 24 marzo, giorno del 79esimo anniversario della strage, Giorgia Meloni twittava di “335 italiani innocenti, massacrati solo perché italiani”…e non già perché antifascisti, resistenti, oppositori politici ed ebrei. Nel suo delirante intervento del 31 marzo a Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano, condotto da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi, ancora La Russa rincarava la dose, lasciando ad intendere che tra i civili rastrellati dalle SS non è escluso che ci potesse essere stato anche qualche fascista. Insomma, tra festeggiamenti marziali dell’italico orgoglio da inculcare a masnade di scolaresche, scempiaggini, i soliti goffi tentativi di revisionismo storico, manovre diversive volte a individuare un capro espiatorio per ogni problematica e a distogliere il paese dai problemi reali, mentre l’Europa blocca la terza rata dei soldi del PNRR (1), prosegue incessante anche la strisciante campagna mediatica di militarizzazione del popolo televisivo. Mercoledì 29 marzo, il giorno dopo le evoluzioni dei caccia nei cieli sopra il Pincio, ecco andare in onda, in prima serata, la grande fiction di Raiuno con l’immancabile Giuseppe Fiorello -che si ripropone con una stucchevolezza ciclica quando si tratta di impersonare figure storiche, purché connotate da patriottismo e conclamato eroismo- interprete questa volta di Francesco Baracca, “asso” dell’aviazione italiana durante la prima guerra mondiale ne “I cacciatori del cielo”. La smaccata operazione di propaganda militarista è stata portata avanti col Patrocinio e la partecipazione del Ministero della Difesa, Aeronautica Militare e Difesa Servizi, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con Aerea S.p.A. ed Elettronica S.p.A.. Il progetto, scritto da Pietro Calderoni e Valter Lupo, con la collaborazione di Mario Vitale e la consulenza storica di Paolo Varriale, si legge sul sito dell’Ufficio Stampa della Rai, racconta “le imprese eroiche, la vita e l’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le loro azioni e il loro coraggio durante la Prima Guerra Mondiale e le cui gesta gettarono le basi per la nascita dell’Aeronautica Militare avvenuta il 28 marzo 1923”…
Nel consueto passaggio televisivo di promozione a Porta a Porta, il Fiorellino all’occhiello del cinema italiano, spalleggiato nientepopodimeno che dal Capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana (dal 28 ottobre 2021), il generale Luca Goretti, ha asserito che Baracca avesse, innanzitutto, abbattuto un numero spropositato di velivoli nemici, il che, già di per sé, basterebbe a conferirgli tutti i crismi dell’eroe nazionale, e che, inoltre, si sarebbe pure curato (nel bel mezzo di virate acrobatiche concitate e a dir poco perigliose) di non colpire l’abitacolo dell’aeromobile avversario…lasciando la possibilità al pilota abbattuto di salvarsi per mezzo del paracadute. Se è notorio che durante i conflitti aerei della prima guerra mondiale, più di un pilota riusciva effettivamente a mettersi in salvo dopo che il proprio mezzo era stato colpito, è del tutto inverosimile l’intenzionalità filantropica che “l’eroe da fiction” attribuisce a Baracca. Ma tant’è, da chi vive di fiction, non è neanche logico attendersi un minimo di realismo.
Per chiudere, ricordiamo che presto gli italiani potranno anche seguire, sempre su Raiuno a partire dal 3 aprile alle 23:35 per quattro appuntamenti, “Basco Rosso”, la docu-serie diretta da Claudio Camarca e prodotta da Groenlandia, che segue l’addestramento degli aspiranti ad entrare in uno dei reparti d’élite dell’Arma dei Carabinieri, gli Squadroni Eliportati Cacciatori, preposti a contrastare “in prima linea” la criminalità organizzata. Dalla caserma del Tuscania a Livorno, dove impareranno per 4 settimane sotto il calcagno degli istruttori le tecniche militari, i partecipanti verranno selezionati per raggiungere la Calabria e Vibo Valentia, nella base operativa situata all’interno dell’eliporto “Luigi Razza”. A questo punto, mentre agli istruttori del Tuscania si saranno aggiunti alcuni capisquadra dei Cacciatori di Calabria, prenderà il via la seconda fase dell’addestramento che li porterà 3 settimane dopo ad affrontare un test finale, passato il quale potranno fregiarsi della qualifica di “Basco Rosso”. Emblematiche le dichiarazioni alla fine delle riprese di Camarca, che rendono bene l’idea del clima di fanatismo militarista che si respira in ampie fasce della popolazione italiana: “Sono state otto settimane abbastanza difficili. Abbiamo dovuto cambiare spesso operatori delle troupe, perché non reggevano i ritmi, e abbiamo dovuto guadagnarci la fiducia dei militari. Per raccontarli devi sposare i loro valori. Il connubio tra la Rai e i militari è la forza di questo progetto”. Progetto che andrà in onda in seconda serata, come a dire che sono immagini per un pubblico temprato. Altro che Fiorellino!
Purtroppo è tutto vero. Non siamo in una fiction.
Nino Lisibak
(1) https://www.today.it/europa/attualita/ue-blocca-19-miliardi-pnrr.html